Mid Season Awards 2020 #2

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Western Conference

È una Western Conference piena di talento quella di questa stagione: il ritorno di Leonard nella propria Los Angeles sponda Clippers, e il via all’era dei duo: James-Davis, che stanno facendo sognare i tifosi gialloviola, Leonard con l’ex OKC George, Harden e Westbrook, Jokic e Murray, Doncic e Porzingis. La classifica ormai si sta delineando, con 7 franchigie sicure di un posto ai playoff, mentre sono 5 le squadre che lottano per l’ultima seed per l’off season.

Andiamo quindi a vedere quali sono state le sorprese, le delusione e le conferme di questa parte di stagione.

 

Squadra Rivelazione: OKLAHOMA CITY THUNDER (40-24)

Dopo le trade che hanno portato George e Westbrook lontano dalla Chesapeake Energy Arena, tutti avrebbero pensato ad una stagione da tanking, cercando di rifondare il team con al centro il talentuoso Shai Gligeous-Alexander. Così non è stato, coach Donovan si è ritrovato una squadra con un’ottima chimica e del gran talento: Chris Paul su tutti, ben coadiuvato da Gallinari, il già citato ex esterno dei Clippers (19.3 ppg, 6.1 rpg, 35.1 min) e Shroder. La squadra dell’Oklahoma con 8 vittorie nelle ultime 10 si è portata al 5° posto, grazie ad un Gallo da 19.2 punti, con il 40.9% dalla lunga distanza, e ad un CP3 lontano parente di quello di inizio stagione, ormai vero metronomo e clutch-man di OKC. Shroder è il candidato numero 1 per il sesto uomo dell’anno, grazie al proprio apporto in termini di produzione offensiva (19.0 ppg). Se normalmente la squadra allenata dall’ex Florida Gators viaggia con un pace di 99.21, 111.0 di Offensive Rating e 108.4 in quello difensivo, questi dati mutano quando in campo ci sono Gallinari, Paul, SGA, Shroder e Adams: su 177 minuti giocati insieme da questi 5, OKC produce 127.9 punti su 100 possessi, subendone 98.0 ad un ritmo di 109.42. Vera e propria rivelazione.

 

Squadra in crescita: NEW ORLEANS PELICANS(28-36)

Dopo la partenza shock conclusasi con il mese di dicembre che recitava 11 vinte e 23 perse, i Pelicans sono riusciti a rimettersi in corsa per i playoff con 17 vinte nelle successive 30 gare, distando ora 3.5 partite di distanza dai Grizzlies (altra sorpresa di questa stagione). Nel mese di gennaio c’è stato spazio per l’esordio del tanto atteso Zion Williamson, #1 al draft 2019. NOLA, allenata da coach Gentry, è una squadra che ama spingere sull'acceleratore quando si può andare in contropiede. Con Williamson in campo Ingram e compagni, aumentano i giri del motore, portando il pace a 107.60, quando nella media sarebbe a 103.96. I Pelicans si dimostrano una delle migliori squadre nei report statistici: quarti per punti seganti (116.2), quarti per rimbalzi catturati (47.0), terzi per assist (27.0), terzi per percentuale da fuori dall’arco (37.2%) e quinti per punti arrivati da contropiede (17.2). 7 dei 27 assist arrivano da Lonzo Ball, ex prodotto di UCLA, che nell’ultimo periodo sta salendo di colpi portando la propria percentuale dall'arco a 38.3%, parte di quei 12.4 punti portati alla causa. Altra pedina fondamentale dello scacchiere di Gentry è Brandon Ingram. Il 14 ex Lakers, è fino ad ora protagonista di una stagione ad altissimo livello: 24.3 ppg, 6.3 ppg, numeri che gli sono valsi la convocazione per la partita delle stelle. Oltre ai numeri, il prodotto di Duke, ha portato con sé un’ottima dote di leadership maturata durante il suo percorso ai Lakers in un ambiente dove, insieme a Holiday e Williamson può essere una stella. Occhio al volo dei Pelicans.

 

Squadra conferma: DENVER NUGGETS (43-22)

Dopo la straordinaria stagione regolare fatta lo scorso anno, coach Malone è riuscito a confermare quanto di buono fatto vedere da Jokic e compagni. Attualmente al terzo posto, i Nuggets sono la quinta squadra ad aver subito meno sconfitte tra le proprie mura (25-8). Nonostante abbiano il secondo pace più basso della lega (96.88), Denver segna 110.4 punti a partita, con un ottimo gioco corale (26.5 assist a gara e il solo Jokic sopra i 20 punti: 20.2) e poche individualità. I due giocatori di spicco sono Nikola Jokic e Jamal Murray. Il  “Joker” serbo è il vero playmaker di coach Malone con 6.9 passaggi concretizzati a partita, a cui vanno aggiunti 10.2 rimbalzi e un ottimo 52.8% dal campo, il tutto in 32.3 minuti. Murray, alla causa della franchigia del Colorado, porta 18.8 punti ed esperienza nelle giocate clutch, nonostante la carta d’identità reciti 23 febbraio 1997. Il tutto aspettando l’esplosione di un possibile crack come Micheal Porter Jr. che quando, e se, avrà risolto i propri problemi fisici potrà dare una grande mano alla squadra di coach Malone.

 

Squadra delusione: MINNESOTA TIMBERWOLVES (19-45)

Dopo la delusione cocente dell’anno passato, molti si aspettavano la tanto aspettata consacrazione dei Timberwolves, ma così non è stato. Sembra che dovrà essere la stagione prossima quella decisiva per i bilanci a Minneapolis, con la dirigenza che ha invertito la rotta a febbraio concludendo la trade con gli Warriors: nello stato del Minnesota è approdato D’Angelo Russell, con Jacob Evans e Omari Spellman, mentre nella Baia il mai esploso Andrew Wiggins, che forse alla corte di Kerr potrà diventare quel giocatore che fu Harrison Barnes per il primo anello. I T’Wolves sono un disastro sui due lati del campo nonostante la presenza di due superstar come Towns e Russell (sebbene abbiano giocato solo una partita per il momento). I numeri parlano chiaro: 107.6 di offensive rating, 111.6 di defensive rating, terzo peggior dato nel tiro da 3 punti, solo 8 vittorie in casa (come loro solo gli Warriors) e 51.2 punti subito da dentro l’area dei 3 secondi, a cui va aggiunto lo scarso apporto difensivo di Towns: 115.4 punti concessi su 100 possessi con lui sul parquet (4° peggior dato della squadra). Uniche note positive della stagione sono il rookie Culver e l’acquisizione sempre via trade di Malik Beasley e Juancho Hernangomez.

 

Giocatore Rivelazione: SHAI GILGEOUS-ALEXANDER

Già rookie rivelazione la stagione passata, quest’anno con meno pressione dettata dall’ambiente, l’esterno canadese è letteralmente esploso sia nella produzione sul campo che per leadership (entrambe destinate ad aumentare se come chioccia continuerà ad avere Chris Paul). SGA è il giocatore più utilizzato da coach Donovan (ben 35.1 minuti), che vengono ben ripagati con 19.3 punti e 6.8 rimbalzi, sfruttando al meglio il 23.5% di usage rating. 9.6 punti arrivano da dentro il pitturato, che denotano una grande personalità e sfrontataggine, ma anche una bella dose di inesperienza con ben 18 stoppate tra i 5 e i 9 piedi, con solo 38.6% di realizzazione. Ma il futuro è roseo, canadese, e si chiama Shai Gilgeous-Alexander.

 

Finalista: LOS ANGELES LAKERS (49-14)

Difficile trovare una finalista ad Ovest, a maggior ragione quest’anno dove sono più franchigie ambiziose di un posto alle Finals. In questo momento però la squadra in maggior forma sono i Lakers di LeBron e Davis, che arrivano sì dalla sconfitta allo Staples contro i Nets, ma vincenti contro Clippers e Bucks, in due vere e proprie dimostrazioni di forza. Ma mai come in questa stagione la mano di un coach è così visibile, soprattutto se in campo c’è James. Coach Vogel ha dato a questa squadra quell’impronta difensiva che mancava e i numeri servono a dimostrarlo: terza per punti subiti, ottavi per sfondamenti subiti (0.73 a gara), quinti per deflections (16.5) cioè il numero di volte in cui, durante un’azione difensiva, un giocatore o la squadra riesce a mettere la mano sulla palla su tentativi non di tiro. A tutto questo si aggiunge il magic duo: Davis con 26.7 punti e 9.4 rimbalzi, aggiunge 2.4 stoppate a partita, mentre LeBron, al minimo in carriera per minuti giocati (34.9) è il miglior assist-man della lega (10.6), viaggia a 25.7 punti e 7.9 rimbalzi, e  un net rating di 10.3. Dal 26 gennaio qualcosa è cambiato, i Lakers sono in missione. #KB

 

Best Trade: WIGGINS-RUSSELL (WARRIORS-TIMBERWOLVES)

 

La trade che serviva ad entrambe le squadre, una PG con tanti punti nelle mani per dare man forte a Towns nel Minnesota, e un’ala piccola esplosiva che potesse complementarsi al meglio con il sistema Warriors. Wiggins potrebbe diventare una pedina importante per lo scacchiere di coach Kerr, capace con il proprio atletismo di creare spazi per il tiro da 3 punti di Curry e Thompson. Russell è ormai quasi una superstar, dopo le stagioni ai Nets, può creare con KAT  uno dei dynamic duo più interessanti della lega, difesa permettendo.

 

Awards:

MVP à James Harden - 36.7 min, 34.4 ppg, 7.4 apg

ROY à Ja Morant - 30.0 min, 17.6 ppg, 6.9 apg

6MOY à Denns Schroder - 31.0 min, 19.0 ppg, 38.1% 3P

MIP à Brandon Ingram - 34.3 min, 24.3 ppg, 6.3 rpg, 38.7% 3P

COY à Frank Vogel - 114.3 ppg, 106.9 opg, 101.11 Pace, 112.6 Off Rtg, 105.5 Def Rtg

DPOY à Anthony Davis - 9.4 rpg, 2.4 bpg, 105.6 Def Rtg